Muravera

Informazioni Muravera Sardegna Sud Est

Muravera, Murèra in sardo, è un paese di circa 5300 abitanti della sub regione del Sarrabus nella costa sud orientale della Sardegna. Il territorio si estende nella valle fluviale del Flumendosa ai piedi di rilievi boscosi che degradano verso la costa incorniciando un ampio sistema lagunare che comprende le zone umide di Feraxi, Colostrai, delle Saline. Il clima mite, le coste basse e sabbiose e le oasi naturalistiche hanno contribuito a rendere Muravera la principale destinazione turistica del Sud Sardegna, ma l’attrattività turistica non è andata in contrasto con l’originaria vocazione agropastorale e la rinomata produzione agrumicola. Abitata sin dall’antichità, come testimoniano i resti di strutture megalitiche e nuragiche, l’area è stata intensamente popolata in epoca romana e giudicale facendo parte delle curadorie di Sarrabus e Colostrai. Numerosi luoghi di culto sono pervenuti intatti durante i secoli e le torri di avvistamento, edificate durante la dominazione spagnola a protezione dell’abitato dalle incursioni barbaresche,  ancora oggi dominano la costa come sentinelle sul mare. Muravera conserva tradizioni artigiane d’indubbio valore: come il virtuosismo, ineguagliabile, dei suonatori di launeddas o quello, ritenuto leggenda, delle tessitrici dei telai a 21 canne, i cui tessuti ancora oggi rimangono a testimoniare la loro eccezionale abilità

La popolazione di Muravera ammonta a 5.300 abitanti, con una densità demografica pari a 54,44 abitanti per km2

MURAVERA o MURERA (Mora Vera) deve il suo nome al fatto che ci fosse, nel paese, la necessità di distinguere le more di rovo dalle more di gelso.

 

TERRITORIO DI MURAVERA

Situato nella costa sud orientale della Sardegna, il territorio di Muravera è considerato il centro del Sarrabus e dista circa 64 km da Cagliari. Sorto ai piedi delle colline guardanti il mare, la sua altitudine varia dai 7 ai 20 m, ha un clima mite con piogge concentrate in brevi periodi dell’anno, soprattutto in autunno e in inverno; frequente è la presenza del maestrale che rende meno percepibile l’umidità con temperature che variano dai 10° C nel periodo invernale ai 28°C in quello estivo.

La morfologia del territorio è variegata, i monti, sviluppandosi verso est e degradando rapidamente verso la costa, delimitano pianure d’origine alluvionale, solcate da fiumi e numerosi torrenti tra cui il principale è il Flumendosa, un tempo chiamato Soeprus. I rilievi montuosi non superano quasi mai i 500 m d’altitudine. Il territorio, per lungo tempo tagliato fuori dalle più importanti vie di comunicazione, può vantare oggi di un patrimonio boschivo di particolare fascino che racchiude in sé ambienti incontaminati dove vivono differenti specie di animali selvatici tra cui cinghiali, cervi e aquile reali e dove la flora nei vari periodi dell’anno riserva ai visitatori una moltitudine di colori e profumi. Di particolare interesse è la foresta di Baccu Arrodas, un fitto bosco di macchia mediterranea, dove è situata l’omonima miniera nella quale si estraeva l’antimonio e l’argento.

Muravera comprende nel suo territorio 69 km di costa che delimitano ad est il territorio: dalle Spiagge di Muravera, a quelle di Torre Salinas, a quelle di Feraxi e di Capo Ferrato per giungere infine a quelle di Costa Rei, vera e propia attrazione del Comune di Muravera che possiede dei litorali splendidi.

Un altro patrimonio naturale di grande prestigio sono gli Stagni, zone umide di notevole interesse naturalistico-faunistico soprattutto per la presenza di numerose specie d’avifauna.

Il territorio di Muravera è ricco di testimonianze storico-archeologiche, risalenti al periodo antecedente la “Civiltà Nuragica”. Sono presenti le domus de janas, (“case delle fate o delle streghe”) ovvero tombe scavate nella roccia simili alle abitazioni dei vivi, edificate vicino ai menhir e ai dolmen, isolate o riunite insieme in una necropoli, la cui struttura semplice o complessa variava nelle dimensioni. Le janas, secondo la leggenda, sono delle piccole fate, a volte buone altre cattive e dispettose, che vivevano in piccoli buchi scavati nelle rocce (le cosiddette domus de janas) e uscivano solo di notte per non rovinarsi la pelle candida con i raggi di sole. Si dice che erano abili tessitrici e che possedevano e custodivano all’interno delle grotte dei tesori nascosti.

Nel III millennio a.C. la Sardegna e il nostro territorio risentono della corrente megalitica del Nord Europa, di cui oggi si possono ancora visitare i complessi di menhir, quasi completamente intatti, rappresentati da lastre di granito infisse nel terreno secondo moduli complessi. La loro costruzione è da ricollegare a finalità religiose pertinenti il culto solare, erano luoghi sacri per le tribù nuragiche per le quali rappresentavano sia la divinità maschile che la fertilità nel culto della loro religione.

Vicino ai complessi di menhir possiamo trovare, ben conservati i resti dei nuraghi, strutture misteriose della preistoria, aventi funzioni militari, funerarie o abitative, e, per raggiungerli occorre spesso percorrere meravigliosi sentieri che permettono di apprezzare le numerose specie floristiche del territorio.

Frequente accanto ai nuraghi è la presenza di tombe, individuali o collettive, costruite in muratura e formate da una cella, un corridoio e un ingresso, con funzioni di area cerimoniale.

Resti dell’età punica sono visibili nell’unico esemplare rimasto rappresentato dalla Fortezza di “Baccu di Monte Nai” risalente al V sec. A.C. L’opera di colonizzazione da parte dei romani, avvenuta nel I secolo a.C, è presente nei resti di vari villaggi. Gli insediamenti, in quest’epoca, furono costruiti lungo le coste, buon punto d’approdo per le navi, o vicino ai complessi megalitici considerati luoghi con un particolare richiamo mistico.

 

Domus de Janas di Monte Nai

Si trova nella lottizzazione di Monte Nai, all’interno di un villaggio turistico, nei pressi delle pendici del Monte omonimo . Definita anche tomba ipogeica è una sepoltura bicellulare, scavata nel granito e formata da due celle a cui si accede mediante un apertura di modeste dimensioni. All’interno non sono visibili tracce di lavorazione sulle pareti che, al contrario, sono ben levigate.

 

Complesso megalitico “Cuili Piras”

Ubicato nella località “Cuili Piras”, sulla Strada Provinciale che conduce alla zona turistica di Monte Nai, all’interno di una proprietà privata, questo sito archeologico è facilmente accessibile.

Il complesso si trova in buone condizioni, è composto da 53 menhir formati da lastre di granito, disposte in aggregati di 3-4-5 elementi è  ripartito in tre impianti ben distinti.

Utilizzati come calendario astronomico di pietra estremamente preciso ma anche per scopi religiosi, il complesso megalitico per la particolare posizione e per la distanza con la quale sono collocati i menhir, presenta numerose similitudini con gli insediamenti megalitici della Francia e della Gran Bretagna, in particolare con il famoso complesso di Stonehenge.
Nella stessa area, immersi nella macchia mediterranea, si trovano i resti del nuraghe “Cuili Piras” di cui è ben visibile l’ingresso, parte della torre centrale e alcuni resti delle strutture murarie.

 

Complesso megalitico di “Piscina Rei”

Nei pressi dello stagno di Piscina Rei, a circa 200 metri dalla spiaggia di Costa Rei, si può visitare l’omonimo complesso megalitico, risalente a circa 5000 anni fa. E’ costituito da 22 menhir di granito disposti in aggregati, di cui cinque sono ancora nella posizione originale , mentre gli altri sono stati rimessi in posizione eretta durante un lavoro di cantiere archeologico. La particolarità di questo sito archeologico di modeste dimensioni è riscontrabile nella presenza di un blocco di granito probabilmente utilizzato con funzioni di ara sacrificale data la presenza di una cavità idonea alla raccolta di liquidi. Gli studi effettuati su questo sito, come in quello di “Cuili Piras” hanno evidenziato l’importanza di questo complesso megalitico non solo per le sue funzioni astronomiche ma anche per la valenza storica e archeologica dell’ara sacrificale utilizzata fino all’età romana.

Questo complesso è stato sovrapposto in età imperiale romana da un villaggio denominato “Susalei”, edificato tra il II sec. e il III sec. d.C  comprendente la zona vicina allo stagno di Piscina Rei e la località “Ibba Sa Cresia”. Nelle vicinanze dello stagno si sviluppavano le capanne di pianta circolare di grandi dimensioni, mentre a ovest nella località “Ibba Sa Cresia” si trovavano gli edifici più importanti dell’insediamento, di cui oggi esistono ancora le strutture murarie costituite da blocchi squadrati di arenaria. A est del villaggio si sviluppava una necropoli costituita da tombe ad incinerazione simili a quelle della necropoli “Casa Murgioni” in località Feraxi.

 

Complesso megalitico “Nuraghe Scalas”

Ubicato sul margine est dell’altopiano “Pranu sa Siliqua”, sulla sommità di una bassa cresta rocciosa di granito che si affaccia sulla Costa Rei. E’ il complesso megalitico meglio conservato in Sardegna, ed è stato dichiarato di importante interesse archeologico con il Decreto del Ministro Segretario di Stato per i Beni Culturali e Ambientali. Composto da 43 menhir, disposti a gruppi di 3-4-5 elementi infissi profondamente nel terreno nella posizione ortostatica originale. La loro funzione è ancora incerta ma comunque ricollegabile a funzioni astronomiche.

A circa 200 metri dal complesso si trova un nuraghe risalente al tardo neolitico. Ha una struttura di forma semi-circolare costituita da pietre di grosse e medie dimensioni disposte in filari murari irregolari. Si pensa fosse utilizzato per attività metallurgiche poiché nelle vicinanze sono state ritrovate scorie di fusione primaria.

 

Complesso megalitico “Baracca Su Entu”

Situato in località Feraxi ed è composto da 25 menhir formati da grossi lastroni di granito e collocati in posizione orizzontale di cui 22 ancora nella loro posizione originale. In epoca imperiale-romana nell’area dell’impianto megalitico è stato costruito un villaggio denominato “Porto Sipicio” costituito da capanne di pianta circolare; poco lontano dal villaggio è ubicata un estesa necropoli denominata “Casa Murgioni” costituita da tombe ad incinerazione impiantate superficialmente e oggi pressoché distrutte. In questa necropoli si possono ancora oggi vedere alcuni betili, piccole sculture senza raffigurazione, che avevano la funzione di delimitare la città dei morti e invitare i vivi ad onorarli.

 

Nuraghe Murtas

E’ ubicato sul bordo della piana alluvionale creata dal fiume “Foxi Padrionnas”, in località Santa Maria a qualche km dal centro di Muravera e vicino alla SS 125. Recentemente è stato ripulito e restaurato e reso accessibile al visitatore.

Di quello che circa 4000 anni fa era un nuraghe formato da cinque torri e circondato da un villaggio di capanne denominate pinnetas, oggi si possono vedere solo alcune tracce poiché gran parte del nuraghe è ancora da scoprire.

Dagli studi effettuati si ipotizza fosse costituito da tre ambienti uniti da filari murari di pietre di grandi dimensioni disposte in maniera regolare. La sua struttura è unica nella zona poiché è uno dei pochi nuraghi ad essere ubicato in pianura.

 

Nuraghe “S’Acqua Seccis”

Risalente al II sec. a.C., è situato in località S’Enni, sulla sommità del monte denominato “S’Aqua Seccis”. Il suo versante est prospetta verso il mare, in direzione Is Perdigonis e in linea d’aria è a poche centinaia di metri dalla SS 125  anche se non è visibile dalla strada a causa di ammassi rocciosi che lo occultano.
Esso domina l’intero territorio e dal punto in cui è posto si può ammirare un suggestivo panorama. La localizzazione dei nuraghi sulla sommità dei monti è da ricollegare agli antichi metodi di costruzione delle popolazioni nuragiche che costruivano tali strutture in posti alti per poter avere il controllo di tutto il territorio e poter comunicare con altri nuraghi disposti sulle altre colline. E’ un nuraghe complesso del tipo a cupola raggiungibile tramite undici gradini ancora praticabili attraverso i quali si accede alla camera centrale e ad altre nicchie tutte danneggiate. E’ composto da tre strutture una centrale e due torri laterali. Le torri laterali sono collegate da una cinta muraria costruita con pietre di piccole dimensioni disposte in maniera regolare, la parte centrale è ancora in buone condizioni e si sviluppa tra le due torri laterali. Vista la posizione e la grandezza si pensa che questo nuraghe avesse una funzione militare.

Nei pressi del nuraghe “S’Acqua Seccis” si possono vedere i resti di un altro nuraghe denominato Nuraghe “Orcu” di cui è rimasta solo una parte in discreto stato di conservazione. Attorno a quest’ultimo nuraghe sono visibili anche delle strutture murarie simili a capanne e nelle vicinanze, nascosti dalla vegetazione, si trovano molti menhir abbattuti e i resti di una necropoli di epoca imperiale romana.

 

Nuraghe “Ponzianu”

E’ ubicato in località “Baccu Tassonis” ed è l’unico nuraghe della zona ad avere una struttura a pianta quadrata.

 

Nuraghe “Sa Spadula”

Ubicato in località “Sa Spadula”, sulla sommità di uno sperone roccioso, per la presenza di una fitta vegetazione che lo circonda, è difficilmente raggiungibile. La sua struttura è composta da una parte centrale formata da pietre di varie dimensioni che comprende tre camere di piccole dimensioni a pianta circolare. Nelle immediate vicinanze si trovano i resti delle strutture murarie delle capanne che costituivano il relativo villaggio.

 

Nuraghe “Santoru”

E’ ubicato in località “Sa Spadula” sulla sommità di un rilievo granitico difficilmente raggiungibile. Il nuraghe è stato costruito appoggiando dei bastioni murari, costituiti da pietre di piccole e grosse dimensioni, alle strutture rocciose della collina. Si sviluppa in tre piani naturali, di cui il primo rettilineo e gli altri due curvilinei. La struttura è a pianta circolare ed è costituita da pietre di varie dimensioni disposte secondo filari murari. Subito dopo l’ingresso un breve corridoio conduce a una camera di piccole dimensioni, ricoperta da pietre crollate dalle mura superiori. Si pensa che questo nuraghe non abbia avuto funzione militare poiché non è completamente circondato da mura difensive. Nelle vicinanze si trovano anche i resti delle capanne.

Tomba “Arcu Ziu Marinu”

Questo tipo di sepoltura, tipica della Sardegna e soprattutto della civiltà nuragica, si è sviluppata tra il 1200 e il 1900 a.C.. Costruite in muratura erano formate da una camera sepolcrale rettangolare preceduta da un andito il cui pavimento veniva lastricato. L’ingresso di piccole dimensioni era chiuso da un portello in pietra e permetteva di accedere all’area cerimoniale denominata esedra. La tomba vista dall’alto ha la forma di un toro, considerato un animale sacro nella civiltà nuragica che simboleggiava la potenza e la fertilità.

 Fortezza Punica di “Baccu di Monte Nai” e complesso megalitico

Si sviluppa sulla sommità di una cresta collinosa di granito, nell’altura costiera di Monte Nai. Aveva funzione militare in quanto era un sistema fortificato per la difesa della costa presa di mira dai continui attacchi esterni dei pirati. La struttura è costituita dalle mura di recinzione difensive e dalle strutture abitative composte da pietre di piccole dimensioni, sistemate con il fango. Nel sito, che è stato sicuramente riutilizzato in epoca romana, probabilmente si sviluppava il villaggio di “Arculenti” abbandonato nel XIV secolo e definitivamente distrutto ed eliminato da moderni mezzi meccanici. Oggi si possono notare solo i resti di poche strutture murarie.

Nei pressi della fortezza si trova un complesso megalitico composto da 4 menhir ancora integri e in posizione eretta che si trovano sul lato ovest della collina; altri 3 menhir giacciono abbattuti poco distanti vicino ai resti di un nuraghe.